Come sapete, attraverso la pratica dell'Hoponopono, è possibile ripulire le cose per le quali proviamo rancore, e spegnere questo rancore; perdonare, dimenticare, convertire in meglio.
Ormai sono riuscito a ripulire molte cose e come persona sono davvero rinato; ma c'è un contrasto enorme dentro di me che sento che lotta per spingermi verso il basso. NOn ci riesce, io lo vinco, ma è potente. Io sono più potente di lui, ma so che c'è.
Si tratta del mio rapporto con i miei genitori e parenti.
Niente di particolarmente "brutto", anzi, apparentemente io sono il figlio perfetto, i miei genitori sono permissivi e presenti, i miei nonni pieni di premure. Il problema risiede nel giudizio che loro hanno di me, che mi porto dietro da anni come un macigno. Si fa sempre più piccolo, questo macigno, ma pesa.
Faccio la premessa che, da quando ero piccolissimo, già la maestra dell'asilo mi aveva etichettato come "strano". Adesso, cose intedesse, di preciso, non lo so.
Avevo dei problemi a rispettare le regole, avevo una creatività molto sviluppata, esagerata, "in grande". Se la maestra ci chiedeva di disegnare qualcosa, io facevo di tutto per rendere quel soggetto diverso da come lo facevano gli altri. Se l'insegnante, alle elementari, ci imponeva la traccia di un tema, io dovevo per forza stravolgerla e rifarla.
E il rapporto con i compagni? Non ne parliamo!
Io li snobbavo. Potevo fare a meno di loro.
Mia mamma mi rimproverava perchè non riuscivo ad "impormi". In realtà io non volevo omologarmi. Gli altri erano accettati perchè "tutti uguali", perchè seguivano il bulletto di turno, quello più alto e più carino.
Io, di tutta risposta, facevo l'esatto contrario di ciò che facevano loro.
Mio padre sosteneva che io avessi problemi a confrontarmi con le altre persone. Per me era l'esatto opposto, ma non riuscivo a comunicarglielo. Io potevo fare tutto, loro volevano fare solo una cosa: una volta era la fissa per le figurine, per il calcio, per i giornaletti porno.
Anche la sessualità l'ho scoperta veramente tardi e, anche qui, non mi sono mai omologato molto. Ad esempio, mi da molto fastidio la predertminazione standard dei ruoli. Il mio modo di corteggiare è molto strano e silenzioso e per certi versi quasi asessuato.
Anche qui, giù con la carica di giudizi da parte dei miei genitori e parenti, ecc...
Se mi vedeste dal vivo, io sembro "ibrido". Nel senso che i miei comportamenti, il mio modo di parlare, ecc, non è nè simile a quello maschile, nè femminile.
Mia madre mi diceva: "Devi essere come tuo fratello, più cazzuto!"
Adesso, non per criticarlo: ma mio fratello è pieno di tic nervosi, una capra a scuola e di una superficialità unica nei rapporti umani. Io sono uscito quasi sempre con il massimo dei voti dalle scuole elementari, medie e superiori (un po' più dura è l'università, ma ho attraversato un brutto periodo di depressione che mi ha abbassato molto le frequenze vibrazionali).
Mia nonna mi dice spesso, che io non sono mai stato come gli altri ragazzi. Non si sbilancia nel giudizio, ma mi da fastidio a 22 anni (questo 22 mi perseguita, lo vedo ovunque
) mi vengano dette cose del genere.
Mia zia, bigotta neocatecumenale, mi fa sempre strane domande relative ai libri che leggo, al fatto che sia vegetariano: "Non è che mi diventi buddhista, vero?" e più di una volta ha tentato di farmi "conoscere" la comunità neocatecumenale (senza successo).
Quello che i miei genitori e che i miei parenti non vedono, è quello che io sento veramente. Io non mi omologavo con gli altri perchè per farlo avrei dovuto seguire un leader, quando io mi sono sempre sentito leader! "Sei egocentrico", mi diceva mia mamma. Ma non era così.
Io dovevo prendere il controllo perchè sapevo creare cose belle.
Molte persone che mi hanno conosciuto, anche per poco, mi hanno detto cose bellissime. Molti sono sorpresi dal rapporto profondo che subito instaurano con me.
"Nemmeno so perchè ti racconto tutto di me", "Una persona come te non l'ho mai conosciuta", "Incontrarti è stato un dono, perchè con te riesco a parlare senza mura, e mi capisci subito, come non mi succede mai con nessuno": queste e tante altre sono le frasi che mi sento dire spessissimo.
Pensate! Mia mamma è convinta che io abbia dei problemi a stare con quelli del suo paese natale. Beh, molti ragazzi di lì spesso vogliono stare con me "in disparte". Mi propongono di fare passeggiate insieme, di chiacchierare in privato. L'ultima volta un mio amico di lì mi ha detto: "Mi fa piacere che ci si vede ogni tanto, perchè solo con te riesco a parlare bene".
E non sto parlando di persone "strane", sia chiaro. Ragazzi e ragazze intelligenti e spesso anche carini e carine.
I miei non sanno nulla di tutto ciò! Sembra che di me vedano "altro".
Mia mamma non fa altro che appellarmi come "matto!". Per l'amor di dio, mi vuole benissimo e darebbe al vita per me. Ma a me da proprio fastidio che, anche scherzando, mi venga dato del matto.
Io vedo una nuvola nera su ognuno di loro e non riesco a toglierla. Pensano in modo sbagliato, agiscono in modo sbagliato. Guardo i miei amici e i parenti e vedo una tristezza, un'ombra cupa su di loro. Io cerco di aiutarli e mi giudicano; pretendono di darmi consigli (di una banalità assurda).
Ormai sono famoso per avere "amicizie non normali". Ma là dove gli altri vedono la morbosità e forse anche l'ambiguità, io vedo solo l'affetto nella sua forma più pura.
La mia migliore amica è l'unica che mi capisce e dice che per certi versi l'ho trasformata. Istintivamente mi oppone ancora resistenza, ma quando poi si lascia andare, mi dice sempre: "Se non fosse per te, certe cose non le farei mai".
Penso di essere stato d'aiuto a molte persone e di aver dato a molte persone bellissime esperienze. Ciò nonostante sono sempre e costantemente giudicato.
Negli ultimi due anni ho perso molti affetti per colpa di questi giudizi. L'ultimo dei quali è stato il mio caro amico di cui vi avevo già parlato in altri momenti.
Beh, pensate, un po'. Tre mesi fa mi aveva detto che "io uno come te non l'ho mai conosciuto" e "posso dire che sei tra le persone piùà importanti della mia vita", oppure "hai distrutto il muro che avevo addosso"... Indovinate un po' come è finita? I suoi amici, per la precisione, il suo migliore amico, mi ha giudicato male e l'ha condizionato a tal punto che è arrivato a dirmi che "Almeno per lui, è meglio se non mi vede per un po'".
Il motivo non lo so
Insomma, questo è il mio più grande contrasto! Quello che faccio più fatica a ripulire.
Il giudizio degli altri! Specialmente dei miei genitori.
Sento che ignorano il 99% di quello che sono e di quello che posso dare. Se lo intravedono, riescono a stravolgerlo in negativo. E' come se forzassero per omologarmi al resto del mondo che invece io voglio cambiare.
E quando sono diventato vegetariano? Mia nonna mi ha definito: anoressico, strano, erbivoro, anemico. Quando ha saputo che donavo il sangue si è fatta il segno della croce, perchè secondo lei sono anemico! Ho i valori ottimi! Specialmente i globluli rossi che sono tantissimi. E ho colesterolo e trigliceridi sotto il limite minimo (praticamente non ne ho
).
Io mi reputo una persona sana, carino, intelligente e piacevole. Eppure, cazzo, specialmente i parenti, mi considerano uno da "curare", da "addestrare"!
Mia madre mi ha detto che io: "Mi rovinerò la vita!"
Ma vi sembra normale? Sono un figlio perfetto! Un amico attento a tutto! Almeno io mi sento tale. Credo di essere attento ai dettagli, di saper stupire la gente in positivo.
Perchè i miei genitori e parenti mi giudicano così?
Questo è il mio più grande contrasto.